Fa già freddo, ma i termosifoni restano spenti: le date ufficiali in tutta Italia e cosa succede se non si rispettano.
Il freddo è arrivato di colpo, senza avvisare. Un giorno si girava ancora in maniche corte, quello dopo si è tirato fuori il piumone. Ma nonostante le temperature siano già in calo, non tutti possono correre ad accendere i termosifoni. In Italia, infatti, l’accensione dei caloriferi è regolata da una normativa nazionale che divide il Paese in zone climatiche con date precise. E non si tratta di semplici indicazioni: chi anticipa rischia una sanzione salata.

La regola pesa soprattutto sugli impianti autonomi, mentre chi ha il centralizzato deve aspettare il via libera dell’amministratore. E qui nascono le differenze: c’è chi potrà godersi il tepore già a metà ottobre, chi dovrà aspettare novembre e chi addirittura dicembre. Un calendario che sembra spietato, soprattutto quando l’autunno parte in modalità invernale, ma che serve a contenere consumi ed emissioni.
Il principio alla base è quello dei cosiddetti “gradi giorno”, un calcolo che misura il fabbisogno energetico in base alla temperatura media esterna. Più fredda è la zona, più ore vengono concesse. Vediamo allora le date ufficiali per l’inverno 2025-2026 e le regioni incluse nelle diverse fasce.
Accensione riscaldamenti 2025-2026: le zone climatiche
L’Italia è divisa in sei zone, dalla A alla F. Nelle aree più fredde (zona F) i termosifoni possono restare accesi senza limiti, mentre nelle località più calde (zona A) si parte solo a dicembre. Ecco il calendario dettagliato.

- Zona A (1 dicembre 2025 – 15 marzo 2026, max 6 ore): Lampedusa, Porto Empedocle e Linosa.
- Zona B (1 dicembre 2025 – 31 marzo 2026, max 8 ore): Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa, Trapani.
- Zona C (15 novembre 2025 – 31 marzo 2026, max 10 ore): Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari, Taranto.
- Zona D (1 novembre 2025 – 15 aprile 2026, max 12 ore): Ascoli Piceno, Avellino, Chieti, Firenze, Foggia, Forlì, Genova, Grosseto, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Matera, Nuoro, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Savona, Siena, Teramo, Terni, Viterbo e altre.
- Zona E (15 ottobre 2025 – 15 aprile 2026, max 14 ore): Milano, Torino, Bologna, Venezia, Verona, Brescia, Perugia, Parma, Aosta, Bolzano e gran parte del Nord.
- Zona F (nessuna limitazione): Belluno, Cuneo, Trento.
Questa è la tabella standard, ma c’è da precisare che in caso di ondate di freddo particolari, i Comuni possono autorizzare accensioni straordinarie, anticipando le date o aumentando le ore. Per questo è importante rimanere aggiornati, soprattutto in un periodo storico dove il cambiamento climatico non ci farebbe meravigliare nemmeno se nevicasse in Sicilia i primi di ottobre.